L’India è sempre una sorpresa … sospesa tra
realtà e immaginazione, governata da regole assurde, ha l’effetto di
ricordarmi che un mondo può essere
assorbito anche attraverso brevi sguardi e sensazioni ciascuno dei quali si
fissa ad un oggetto, una storia, un ricordo. Create un equilibrio con l’ambiente che
vi circonda, prendetevi tutto il tempo che vi serve ed entrate in queste
immagini senza invaderle in perfetta armonia. Figure eleganti e delicate
immerse in una luce semplice e naturale si apriranno davanti a voi. Non voglio
dimostrare niente, ma solo osservare e cercare di capire ….
Il tempio di Modhera è un complesso edificio sorto intorno all’anno
1000 ricco di colonne finemente scolpite
raffiguranti dei e demoni.
Di fronte un pozzo rettangolare con tantissimi altari dedicati agli dei.
Rani Ki vav, uno spettacolare pozzo a gradini, il più antico del
Gujarat.
La moschea di Jama Masjid fu
eretta con materiali provenienti da templi hindu.
Il pozzo di Dada Hari Waw, un altro pozzo a gradini che termina in una
piccola vasca ottagonale.
L’atmosfera è vagamente
misteriosa e presenta tecniche di costruzione già viste in altre in altre parti
del mondo.
Palitana è il più importante sito di pellegrinaggio giainista,
un’incredibile distesa di templi in cima ad una collina. Non posso competere con la qualità fotografica dei
professionisti dell’immagine … ma posso cercare di restituire spessore,
profondità e sfumature, cercando di colmare gli spazi vuoti ….
Lo scenario visto dall'alto è spettacolare.
… La leggenda dice che il tempio di Somnath abbia assistito alla
creazione dell’universo. E’ uno dei 12 santuari più sacri dedicati a Shiva … al
cui interno è vietato fotografare. Il tempio possiede linee armoniose e
simmetriche, ricostruito con metodi tradizionali sul sito originale con
l’oceano ai suoi piedi, rendendogli un’atmosfera affascinante e unica. Occorre un
po’ di fantasia ma immaginarselo com’era non è difficile, comunque da non
perdere.
Porbandar è una cittadina
portuale. Il mare alla prima occhiata
sembra molto inquinato ed offre ben poco e le strade molto trafficate trasudano
odore di pesce secco.
Ma in questa città è nato un
uomo che ha mutato il corso della
storia del XX secolo, il Mahatma Gandhi.
… il punto in cui nacque il 2 ottobre 1869 contrassegnato da
una svastica.
Sulla strada visitiamo anche il tempio di Rukmini, ed è un’apoteosi
di colori e volti. Io continuo a
fotografare. Sono completamente ubriaco di immagini …..
La vita ha inciso i loro volti,
il tempo gli ha dato la capacità di sopportare l’insopportabile … non basta un
fiocco, un orecchino o un filo di trucco
per nascondere i segni di una vita vissuta intensamente …..
Jamnagar è una città colorata con molti edifici fatiscenti che si distendono
intorno al lago Ranmal.
Questo tempio è entrato nel Guinness dei primati perché dal 1964 si
cantano inni sacri senza interruzione.
Siamo arrivati a Bhuj che
useremo come base per visitare i villaggi sparsi in questa regione al confine
con il Pakistan dal quale ci separa questo deserto di sale
… a seguito del terremoto
avvenuto nel 2001 i villaggi sono stati in parte ricostruiti. Di originale
rimangono solo loro con i loro abiti tradizionali, in un calendoscopio di immagini stupende.
STATO DI MAHARASHTRA.
Nasik è una cittadina adagiata sulle sponde del fiume Gadavari, uno
dei più sacri dell’India, la porta d’accesso ad un mondo immaginario. Nasik è una città di pellegrinaggio e di
morti … dove le persone arrivano in un
momento della vita in cui tra la gente che si è conosciuta i morti sono più dei
vivi.
L’atmosfera è carica di spiritualità. Ogni dodici anni vi ha luogo il
Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del mondo. Questo è il posto dove
Rama taglia il naso alla sorella di Ravana. Posto molto coinvolgente dove ci si
imbatte ad ogni angolo in templi molto
pittoreschi, santoni e fedeli in pellegrinaggio ed esotici ghat per le abluzioni.
Ajanta racchiude in sè un ricco patrimonio di inestimabile valore
artistico. 30 grotte scavate nellaroccia a partire dal II sec. dC.
… facciate riccamente decorate…
… un Buddha disteso che si prepara ad entrare nel nirvana….
… sono incantato dai dipinti di squisita fattura perfettamente
conservati, evocativi di luoghi
leggendari, e li guardo avidamente mentre l’immaginazione cerca di riportarli
in vita da distanze enormi …
… le decorazioni interne sono autentica espressione di un mondo
perduto in un delirio di fantasia:
colonne, capitelli, soffitti decorati con motivi geometrici e floreali e sulle pareti scene della nascita del Buddha
…
L’architettura rupestre indiana raggiunge il suo vertice con Ellora.
Per cinque secoli monaci buddhisti, hindu e giainisti scavarono monasteri, cappelle
e templi,
… decorandoli con sculture di straordinaria bellezza.
Il più incredibile è il tempio di Kailasa dedicato a Shiva che rappresenta
la sua dimora sull’Himalaya, è la
più grande scultura monolitica del mondo. Costruita in 150 anni è un’opera
ardita, un autentico capolavoro di ingegneria. L’interno è un tripudio di
raffigurazioni mitologiche di Vishnu, decorazioni e bassorilievi e due poderose
colonne monolitiche. Qui parlano le
immagini…
Un bellissimo incontro con due monaci tibetani. Colgo l’occasione per
accogliere l’invito del consiglio nazionale tibetano in
esilio che è quello di stimolare discussioni e temi sulla questione tibetana.
Esistono tutt’oggi monaci tibetani
che scompaiono nell’indifferenza generale senza contare i giovani e gli anziani
che si immolano sull’altare della speranza. Il Tibet è in guerra, combattuta
con le armi della controinformazione alla propaganda
cinese e gesti di disobbedienza civile. Non bisogna
mai cedere all’indifferenza e alla rassegnazione. Il mondo ha un debito enorme
con il Tibet e con la sua popolazione di fronte all’occupazione cinese. Dobbiamo
sempre ricordarci chi siamo e non abbassare mai la guardia. FREE TIBET.
Siamo a Hyderabad capitale del Andhra Pradesh. Siamo nella piazza principale della città, con il Charminar , costruito
intorno al ‘1500 per commemorare la
fondazione della città. Ha indubbiamente una scenografica struttura con al
piano superiore la moschea più antica della città. Città di passaggio che a mio parere si può anche saltare.
Ho lasciato un’ernia per le strade infami dell’Orissa, e come al solito ho fatto finta di nulla per
non fare brutte figure ….La pianura si
srotola davanti a noi con il passare dei chilometri.
Il periodo è quello del raccolto dove le spighe di grano vengono ancora
falciate a mano e ammucchiate a formare covoni, mentre tra le distese di risaie e le
colline verdi dei territoritribali resiste una società arcaica che vive in condizioni estreme.
… Occorre guardare questo mondo
da un altro punto di vista, molto più sensibile. Non posso evitare le
immagini di povertà perché ci sono … ma
vorrei che riusciste a tenerle a debita distanza curando i dettagli, le luci sui volti, nel
particolare di un gesto catturato al mercato mentre un mondo scivola occupando uno spazio in cui io sono
l’intruso. Prendetevi tutto il tempo che serve, cogliete in queste immagini lo
scorrere lento del tempo, permettetevi una lettura calma delle sensazioni, percezioni, impressioni, che con
la fretta sarebbe troppo facile trasformare solamente in semplici immagini. Un mondo naturale che colpisce ed
emoziona e nel quale ho difficoltà a trovare una giusta distanza per avvicinarmi a queste persone con il dovuto rispetto per osservare e capire ….
Siamo in un mercato alla ricerca di una comunità chiamata
Bonda insediata sulle colline selvagge di questo distretto. Le foto non sono mie ma recuperate in rete. Sono un ceppo
euroasiatico che si nota anche nei lineamenti e che l’isolamento ha portato a
comunicare in un linguaggio incomprensibile anche per le altre tribù. La polizia in borghese vieta rigorosamente le fotografie. Sono immagini fuori dal tempo. Non siamo
semplicemente altrove, siamo nel passato, in un tempo diverso dal nostro, in un mondo dove
vivono e resistono dei nostri simili ….
La Lonely Planet usa termini
che non condivido …. “ popolazioni
in lotta per respingere l’impulso
egemone del consumismo invece di lasciarsi assimilare” . Oppure ….. “una popolazione che non è stata completamente
colonizzata dalle lusinghe illusorie della modernità”. Non condivido messaggi di questo tipo, non
si può scambiare la povertà per autenticità culturale e confondere la dittatura
indiana con un coraggioso rifiuto della globalizzazione. Nell’entroterra
dell’Orissa le tribù degli Adivasi vivono ai margini della società indiana da
sempre, in guerra con lo stato centrale
per difendere, rivendicare e preservare la terra dei loro antenati devastata
dagli eccessi delle compagnie minerarie. Guerre dimenticate, che si alternano a
snervanti negoziati che non arrivano mai
alle cronache ed alla fine … E se le
migrazioni di queste popolazioni ormai sono una causa persa e l’integrazione è una bella idea ma irrealizzabile, mi chiedo
cosa prevederà la fase successiva dei negoziati: una preghiera?
L’emigrazione su un altro pianeta? Il suicidio di massa?
Gli Adiavsi sono una popolazione di 100 milioni di persone forse c’è
ancora una speranza. Hanno alle spalle una lunga tradizione di sostenibilità e
autosufficienza, ideali socialisti di
uguaglianza e giustizia sociale, e custodiscono i segreti di una vita
sostenibile. Un ostinato desiderio di sopravvivere, così tenacemente
da far tirare avanti comunque, anche in queste condizioni, un giorno dopo
l’altro , un anno dopo l’altro …
l’unica cosa che mi consola è pensare che alla fine del nostro tempo
loro saranno sempre lì.
Bhubaneswar, un elaborato tempio dedicato a
Shiva, che conserva bassorilievi con
processioni di elefanti, cavalli ed immagini della divinità.
Non lontano sorge un incantevole tempio, il Mukteswar Mandir. Risale al X sec.
Lingaraj Mandir, imponente tempio
dedicato al signore dei tre mondi costruito intorno all’anno 1000. È circondato da un muro e l’unico modo per
guardarlo è su un piattaforma aerea all’esterno del tempio visto che è accessibile
solo agli hindu e vietato agli stranieri.
Le rocce di Ashoka. Sono editti scritti sulla roccia dall’imperatore
Ashoka diffusi in tutta l’India. Ashoka
è una delle figure storiche più significative dell’India che, a parte i Mughul prima e gli Inglesi molti
secoli dopo, regnò su un territorio vastissimo e che contribuì alla diffusione
del buddhismo.
Vedendolo dal mare i marinai lo chiamarono “ la Pagoda Nera”, ma per
noi è il tempio di Konark. Fu costruito nel XIII sec. per celebrare la vittoria
sui musulmani. Quello che è giunto a noi è stupefacente, uno dei monumenti più
belli dell’India concepito come il carro cosmico del dio del sole, .Surya Mi
fermo a guardare un mondo che mi scivola davanti. Cammino per il sito archeologico con la macchina fotografica in una mano e la
guida nell’altra, cerco la bellezza nella polvere che si avvita sui
resti di una civiltà morta. Immagino
come doveva essere prima che gli imperi cadessero, mentre la macchina fotografica scatta gli ultimi applausi ….
Sette cavalli ( come i giorni della settimana) si impennano nello
sforzo di muovere questo colosso in pietra. La base del tempio posa su 24 ruote
( una per ogni ora del giorno).
L’entrata è presidiata da due leoni che schiacciano degli elefanti.
Si entra nella sala delle danze …
… per salire sulla Jagamohan.
… mentre dietro sorge il deul,
senza guglia, con l’immagine di Surya sui tre lati.
Era un tempio straordinariamente imponente per l’epoca, e mi piace
ricordarlo com’era …
Interessante notare come in una foto del 1837 fosse ancora in piedi
una parte della guglia posteriore ….. a volte scopriamo le cose quando si
rompono. Non so se ci avete fatto mai caso, ma quando le cose si rompono
occupano più spazio. Quando vengono distrutte ti rendi conto, troppo tardi, di
quanto tutto fosse fragile ….
STATO DEL BENGALA OCC.
Calcutta è stata ex capitale dell’India britannica. Conserva molti
edifici d’epoca coloniale, quasi tutti
fatiscenti e ideali da fotografare.
L’antico tempio della dea Kalì rappresenta il luogo più sacro di
Calcutta per gli hindu, ed è talmente importante che ha dato il nome alla
città. All’interno del recinto sono vietate le foto, ma più interessante
dell’edificio sono le code di pellegrini e fedeli che sgomitano affannati per
farsi largo con l’intento di entrare nel tempio. La calca incanalata in un
percorso obbligato è impressionante e ne rende impossibile e pericoloso il solo
avvicinarsi. In un angolo del complesso si svolge la decapitazione rituale
delle capre in onore dell’insaziabile dea.
È un’esplosione sensoriale per la vista e l’olfatto, è l’ideale per
scattare le fotografie: è il mercato dei fiori con i suoi colori molto
pittoreschi.
Madre Teresa è stata un faro di speranza per centinaia di migliaia di
persone. Simbolo di sacrificio e dedizione,
ha sempre offerto un tetto, cure,
assistenza e dignità umana ai poveri, emarginati, orfani e malati terminali.
Nobel per la pace e beatificata dal Vaticano.
Tuttavia non fu amata da tutti … Controverso il rapporto con la maggioranza hinduista: nell’immagine
mondiale rappresentava l’imperialismo religioso della chiesa di Roma, una
missionaria cattolica la cui opera metteva in luce gli aspetti più negativi
della capitale intellettuale e culturale del paese ….
Se fuori da questo luogo un
mondo continua ostinatamente a sopravvivere
con i suoi tempi ogni giorno tutti i giorni … in questa stanza il tempo si era fermato.
Mi sento a disagio nello scrivere un mio pensiero severo su Madre
Teresa, soprattutto ora che non c’è più, ma se non lo facessi andrei contro i
principi che regolano queste pubblicazioni che sono semplici opinioni libere da
condizionamenti esterni. Sono convinto che la sincerità anche se brutale sia un
valore ed i valori non sono un optional, anche se a volte possono essere spiacevoli.
Non condivido le posizioni di Madre Teresa, che poi sono le posizioni della
chiesa cattolica riguardo alla contraccezione, e le reputo un atteggiamento inaccettabile
e insostenibile di fronte alla crescente
diffusione dell’AIDS ed altro non solo in India, ma anche in Africa o in
America latina. Mi piace però ricordarla per quello che era, una persona semplice che ha passato la vita a
offrire un po’ d’amore alle persone morenti …
Prima di Madre Teresa persino
questo era un lusso sconosciuto per i più poveri. Persone come lei sono rare
.... ed oggi più che mai se ne sente il
bisogno.
Non mi resta come al solito salutare tutti, da Vikram la nostra guida indiana che con la sua
altissima professionalità e pazienza, unita ad una incredibile simpatia ci ha
sopportato durante il nostro lunghissimo soggiorno.
I soliti compagni di viaggio: Pier, Olimpio, Alex , e per ultimo ma
non per importanza Massimo ……
E senza dimenticare: Magda, Michela, Margherita e Cri, oltre a tutti
quelli che hanno collaborato alla riuscita di questo viaggio, grazie a tutti
Conclusioni:
I dati sono impressionanti: un milione di laureati in ingegneria ogni anno.
In dieci anni l’economia indiana è triplicata ed i suoi redditi continuano a
raddoppiare ogni dieci anni, esi potrebbe continuare con telefonia,
comunicazione ed elenchi di miliardari stilato dalla rivista Forbes .. ma tutte
queste statistiche, anche se significative sono solo riuscite a mascherarne
altre molto più deprimenti. L’ India è rimasto il paese dove abita un quarto
dei poveri di tutto il mondo, dove 800 milioni di persone vivono con un dollaro
al giorno. La malnutrizione infantile, secondo le stime del Global Hunger Index, è al primo posto
insieme a paesi come l’Eritrea. L’impressione
è che l’India viva l’illusione di essere una potenza mondiale come la Cina, ma che
in realtà non sia altro che un club di
ricconi sopravvalutato, una borghesia oligarchica e corporativa. Una illusione costruita
su uno straordinario passato dove Lahore, che con i suoi due milioni di persone
era più grande di Parigi e Londra messe insieme, superava per ricchezza
Costantinopoli. Solo quando arrivò il colonialismo cominciò ad essere considerata
povera. Oggi alle multinazionali internazionali interessa ben poco sviluppare
l’India; il loro obiettivo è di poter disporre di manodopera a basso costo in
condizioni insopportabili ed esposte a sostanze tossiche senza dover rispettare
regole in difesa dell’ambiente. In fondo se il consumatore occidentale sapesse
quali merci prodotte all’estero sono state fabbricate in condizioni disumane,
non è scontato che non se preoccuperebbe minimamente. Non ho idea di quanto
potrebbe costare la messa in sicurezza dei lavoratori e non credo che ci siano
studi per stabilirlo, ma forse un euro o qualche centesimo in più sarebbero
sufficienti. Mi chiedo se bisogna essere disposti a pagare una cifra così
ridicola per essere sicuri che un acquisto non provochi sofferenze umane? Poi ci sono gli Adivasi,
che hanno una lunga tradizione di battaglie combattute per delle idee di
sostenibilità ed autosufficienza, ideali cari al Mahatma Gandhi come socialismo,
uguaglianza e giustizia sociale. Hanno un’incredibile rete di movimenti di
resistenza dotata di esperienze e idee. Se c’è ancora una speranza vive qui e
non nei grattacieli o nelle conferenze internazionali, e si batte tutti i giorni per difendere foreste
e montagne, fiumi e laghi. E’ il primo passo per re-immaginare un mondo fuori
dal capitalismo e dal consumismo. Ma per conquistare questo spazio filosofico
occorre uno spazio fisico sicuro per queste popolazioni sulla via
dell’estinzione, custodi del passato e che in un altro contesto potrebbero
essere la guida per il futuro. Le
persone cambiano, ma la storia rimane sempre la stessa e le civiltà ricche
depredano quelle povere ieri come oggi …. Mi chiedo cosa succederà domani. Forse
è troppo tardi per chiederselo, ma la speranza ha poco a che fare con la
ragione.

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